30 novembre 2020

Motivetti videoludici

 Oggi ho meno fantasia del solito per i titoli dei post, portate pazienza. Sta spopolando il brano "Video Game" di Sufjan Stevens con un video molto astratto che potete vedere qua: https://www.youtube.com/watch?v=3fCdZzsP4U0. Ma non è lui l'oggetto del post, bensì un brano decisamente più di nicchia, ovvero "Video Games" dall'album Mixtape for the Milky Way, il cui video è una bellissima animazione cartacea ricca di citazioni videoludiche dagli anni Ottanta e Novanta in cui si intravedono riferimenti anche a titoli meno mainstream rispetto al grande pubblico come Joust, Shadowgate e Gryzor. Riuscite a riconoscerli tutti?

 


25 novembre 2020

IBM e la magia del vinile

 In questa annata di Altribit stiamo criminosamente trascurando la parte di retrocomputing e cerco di farmi scusare condividendo questo articolo e relativo video in cui un vetusto PC IBM 5150, al cui cuore siede un altrettanto antico 8088, avvia il proprio sistema operativo utilizzando nientemeno che un vinile come media di supporto. Il mio calorosissimo consiglio è di ascoltare il video col volume al minimo. (fonte: http://boginjr.com/it/sw/dev/vinyl-boot/). 


24 novembre 2020

L'oro offensivo di Gilligan

 Molti dei primi arcade per i computer domestici erano scimmiottamenti quando non plagi di originali presenti in sala giochi. Non fa eccezione Gilligan's Gold della Ocean, classe 1984, che fa il verso a Bagman uscito due anni prima come coin-op. I programmatori di tali plagi appunto subivano a loro volta la beffa della pirateria ma erano molto poco sportivi su quel fronte, in questo caso il sistema di protezione intercettava il momento in cui l'aspirante pirata resettava il Commodore 64, in maniera soft per rubare il contenuto della memoria, per fargli apparire un messaggio zeppo di insulti. Per sfortuna del programmatore il sistema di masterizzazione delle cassette per metterlo in commercio ha innescato tale reazione anche nelle prime copie legittime con reazioni furenti dei genitori dei piccoli videogiocatori sconvolti da simile gergo a schermo. La Ocean rimasterizzò in fretta e furia una seconda infornata col messaggio incriminato rimosso, qua sotto una copia (fonte: https://codetapper.com/c64/games/gilligans-gold/ ).


23 novembre 2020

Retroletture natalizie

 I libri sono un classico regalo delle festività e in questa classifica stilata da Polygon tra quelli a tema videoludico per il 2020 hanno una prevalenza schiacciante quelli di retrogaming. Apre le danze il nostro amico Frank Gasking con un libro cui abbiamo già accennato nei post passati, ovvero "The Games That Weren't", in cui sono andati a confluire oltre vent'anni di ricerche e molto altro materiale originale creato apposta per l'occasione. Poche righe sotto riemerge un testo seminale come "The Infinite Playground: A Player’s Guide to Imagination" di De Koven del 1978, la bibbia di chi scrive accademicamente di videogiochi, cui seguono "Sega Dreamcast: Collected Works" per una console che non ha bisogno di presentazioni e "Sega Arcade: Pop-Up History". Alla Sega fischieranno le orecchie. Da Jordan Mechner in persona ci arriva "The Making of Prince of Persia: Journals 1985-1993", chi più informato di lui? Chiudiamo la rassegna bibliografica con "Postal" la cui serie omonima inizia nel 1997, troppo recente per i retroludici di stretta osservanza? L'articolo completo qua: https://www.polygon.com/2020/11/19/21572072/best-video-game-books-gifts

16 novembre 2020

Nuova Zelanda attenta alle parole

 New Zeeland Story in prima battuta aveva causato un discreto vespaio di polemiche quando si scoprì che il cheat code della conversione domestica fosse un volgarissimo "motherfuckingkiwibastard". Le riviste videoludiche dell'epoca provarono in alcuni casi a pubblicarlo nella sezione trucchi ricorrendo agli asterischi ma i genitori non la presero comunque benissimo e di conseguenza manco la Ocean che costrinse gli sviluppatori a cambiarlo nella revisione successiva con un più accettabile "fluffykiwis". Di questa storia si (ri)parla ora che il noto programmatore Paul Hughes ha condiviso su Twitter l'incipit del codice sorgente comune alle versioni Atari ST e Amiga: https://twitter.com/PaulieHughes/status/1327315195509805058


 

13 novembre 2020

Le recensioni di Altribit: mappa delle fermate del bus non disponibili sulle cime tibetane

Where Time Stood Still (Denton Design/Ocean – 1987 Spectrum 128k/Atari ST/DOS/ 2014 Amiga)


Denton Design è un nome oggi associato solo all’incompiuto Bandersnatch, forse il waporware piu’ mainstream di sempre assieme a Polybius, ma prima (lasciamo stare il dopo in quanto oltre alla semi-mancata occasione di Wreckers e all’inutile Batman Returns x Amiga c’è poco da dire) il loro curriculum vantava produzioni di rilievo come lo strategico/innovativo per interfaccia Shadowfire, la rischiosa licenza di Frankie Goes to Holliwood e il drammatico tie-in The Great Escape. Di quest’ultimo ricordo che per un incauto lettore di Zzap! italiano, la scritta “MORALE” nelle foto a corredo della recensione fu motivo di infondata accusa di pirateria alla redazione (il termine ha origine latina). L’isometria di quest’ultimo fu un successo "canonicamente" concordato fra coders e pubblico: la versione Spectrum, in particolare fu incensata come uno dei titoli migliori sulla piazza (sebbene non si trattasse allora, e tanto piu’oggi di un casual-game). Era oramai istituzionalizzato che la macchina fosse "naturalmente portata" al genere, e Ocean intendeva spremerlo per bene (Batman & Head Over Heels sono storia). Su C64, il gioco nonostante le lodi sperticate di alcune testate lasciò l’utenza abbastanza fredda per via della maggior lentezza dell’azione e per l’indesiderata monocromia b/n. Riflessione col senno di poi: chi si metterebbe a correre nel piazzale di un campo di concentramento nazista cercando di non dare nell’occhio mentre organizza la fuga?


12 novembre 2020

La dolce vita della SEGA

 Articolo in inglese sulla storia della SEGA nel nostro paese, dalla prima fugace apparizione del SC-3000 nella penisola grazie alla Melchioni alle prime ribalte mediatico-pubblicitarie con Giochi Preziosi, sino alle celebrità avvicendatesi come testimonial, da Walter Zenga a Jerry Calà. Un lungo e dettagliato excursus che ha potuto contare su interviste ai protagonisti di quei giorni come Stefano Gallarini e al contributo del nostro amico Andrea Pachetti: https://genesistemple.com/segas-dolce-vita-the-untold-story-of-sega-in-italy



04 novembre 2020

panico morale da macchinette mangiasoldi a Boston

 Non lasciatevi ingannare dal titolo, non c'è stata una epidemia di videopoker in quella città, bensì il riferimento è a questo servizio giornalistico della CBS risalente al 1982. Gli adulti e soprattutto gli anziani della città sono preoccupati dell'invasione di cabinati da bar ormai al di fuori delle solite sale giochi e ormai in ogni locale a integrazione delle entrate (vi ricorda niente di più mestamente attuale?). In particolare lamentano che le lavanderie automatiche sono infestate da ragazzini maleducati e sono diventate "postacci". Il moral panic si estende pure al tempo e ai soldi dedicati da bambini e adolescenti a questo nuovo passatempo, con uno dei ragazzini al microfono che obietta "Meglio qua dentro che là fuori a bighellonare e fumare erba". La politica miope ovviamente reagisce restringendo le licenze, molte di quelle per la presenza di coinop non verranno rinnovate e quelle nuove saranno concesse solo per zone commerciali e industriali, niente in quelle residenziali. Sappiamo tutti che la generazione tanto critica di un divertimento così innocuo è finita a tirare nottata alle vere macchinette mangiasoldi, i videopoker, ironia della sorte: https://boingboing.net/2020/11/01/hilarious-1982-cbs-report-on-bostons-zoning-fight-over-video-games.html


03 novembre 2020

La giostra di skateboard seguita un trentennio dopo

 Diciamo che Skateboard Joust, budget insipido della Silverbird, ce l'ha messa tutta per finire nel dimenticatoio poco dopo aver balenato sugli scaffali nell'ormai lontano 1988. Per stessa ammissione dell'autore, all'epoca 16enne, il concept si basava su Joust, che non aveva mai giocato di cui aveva visto una schermata fugace, e degli skateboard, all'epoca ancora popolari, e su cui manco a dirlo non era mai salito. Forte di questa inesperienza ma dotato di fervente fantasia ha assemblato un gioco a dir poco mediocre ma che si presentava come fiero rappresentante della categoria "granny bait" ovvero esca per le nonnine inesperte in cerca di un giuochino da regalare al nipote, guidate solo dalla presenza di termini noti in copertina. Ebbene, il motivo per cui gli stiamo dando spazio su Altribit non è una recensione (di certo non la scriverei io) ma il fatto che a trentadue anni di distanza dal debutto del primo titolo ne uscirà finalmente un seguito col titolo Jetboard Just solo ed esclusivamente per la soddisfazione del suo autore in quanto il fan club di SJ non credo abbia mai vantato alcun iscritto (lo so, ci sono dei video su YT in cui c'è gente che ci gioca senza averne capito il senso, ma fidatevi...): https://www.eurogamer.net/articles/2020-11-01-the-sequel-to-a-zx-spectrum-game-30-years-in-the-making



02 novembre 2020

Donkey Kong sul banco degli imputati

 Ha preso una brutta piega, quella giudiziaria, la querelle tra Bill Mitchell, campione di Donkey Kong, e l'organizzazione Twin Galaxies, da sempre punto di riferimento per i record videoludici in sala giochi. La causa di diffamazione intentata dal primo riguardo la seconda nasce dalle accuse di frode di quest'ultima, convinta che i record rivendicati da Mitchell non corrispondano a verità tanto che nel 2018 decise di invalidare tutti i record del giocatore americano sulla base che dalle prove video almeno due dei punteggi sostenuti non fossero stati ottenuti su una scheda arcade originale e quindi a norma. Tutta la polemica, riportata nella sua estensione è disponibile in questo articolo di Ars Technica: https://arstechnica.com/gaming/2020/10/billy-mitchells-donkey-kong-high-score-case-will-move-forward-to-trial/



01 novembre 2020

Come ti frego la Sierra

 Nella sua autobiografia appena pubblicata, "Not all fairy tales have happy endings", il co-fondatore della Sierra On-line, Ken Williams, offre la sua versione dei fatti sulla truffa contabile che ha portato alla chiusura di una delle case di videogiochi più popolari a cavallo tra gli anni Ottanta e i Novanta. La software house cresciuta dall'originale matrice "artigianale" ha subito una crescita scomposta in cui s'era insinuato un investitore appariscente e ben connesso che l'ha spinta in un vicolo cieco al termine del quale c'era il fallimento, ricostruisce tutta la storia quest'articolo di Vice: https://www.vice.com/en/article/z3vem8/inside-story-sierra-online-death-cuc-cendant-fraud