15 dicembre 2012

Quando un graffio è fuori contesto erotico: le recensioni di AltriBit


Non manca proprio nessuno a cena: ho spalmato della mostarda sulle unghie..

Wolverine Adamantium Rage (1994 Acclaim,x Megadrive, Snes)


"maledetto fotografo: qui sembro  mia madre!" (MD)
Logan ha il terrore della manicure, questa è la verità. Il vantato gene X che gli conferisce strabilianti poteri quali forza, agilità e tessuti rigeneranti è nientaltro che una scusa per celare un più banale astio maturato nel tempo per un'educazione pseudo-cattolica conferitagli in un contesto familiare ipocrita e perbenista. Non riesce a dimenticare il sibilare della lima da unghie della madre mentre spettegolava con le amiche sui vicini di casa,  inventando il gossip del giorno. Non fosse stato per l'ambigua ed eterna amicizia con la domestica Rose, la misoginia del nostro avrebbe soggiornato dietro l'angolo. Quale angolo? scopritelo con un click:


il laboratorio sotterraneo iniziale: ben più di un tutorial al gioco (MD)
La trama poco ingegnosa di questa cartuccia uscita per Genesis/Md nel 1994 mostra Wolverine che sfoglia l'albo nero dei suoi nemici giurati e si prepara allo sterminio, pretesto alquanto aleatorio per l'ennesimo platform con pestaggio ed enigmi incorporati. Il suo scheletro così come le letali unghie retrattili sono rivestite di adamantio, lega d'acciao virtualmente indistruttibile creata dal metallurgo americano Mairon Mc Lain ed impiegata inizialmente per la costruzione dello scudo di un certo Capitan America. Una revisione della lega spuntò fuori successivamente dalla sua fusione con le ossa di Wolverine, da cui  le proprietà rigeneranti del nostro. Ciò nonostante la difficoltà del titolo in questione (di certo non come accadrà nel recente X-Men Origins: Wolverine) è più sfrontata del solito, non basta la pressione di un tasto per far fuori un droide volante, ma dovremo direzionare i nostri colpi oppure approfittare delle capriole volanti/a terra in cui gli aculei di un notissimo porcospino vengono qua abilmente rimpiazzati dai letali artigli di Logan.


l'intuizione è giusta: non si tratta di un cattivo standard! (MD)

la quiete prima della tempesta....
Un'altro epico scontro, stavolta da X-Men Origins (2009)
I salti devono essere calcolati al millimetro, ed è stata implementata una routine d'inerzia al nostro sprite per cui lasciando il pad nella corsa continuerà a scivolare per qualche pixel "di troppo". Come non bastasse, già dal primo scenario troviamo una serie di scomodissime piattaforme/ascensori da attivare prima di saltarci sopra colpendo una leva piazzata da Teeny Weeny Games "quasi nei paraggi"...dopo aver rivolto il nostro sprite nella direzione opposta ai suddetti montacarichi: i controlli non proprio agili e i nemici fastidiosi da subito come mosconi non facilitano affatto quella che dovrebbe essere un'azione semplice. I presupposti per un gioco da evitare ci sarebbero tutti, non fosse per il trascinante mood dark che permea l'intera produzione sin dall'introduzione (il percussivo, chitarroso intro lascia il segno) e per l'evidente cura degli sviluppatori nel restituire a video una riproduzione di Wolverine carica di fisicità e ricca di animazioni. Mi sono trovato ad imprecare come un dannato contro lo schermo senza riuscire a smettere: i progressi sono lenti ma la password elargita di tanto in tanto, un level design che non difetta in piattezza e le capacità rigeneranti aiutano a digerire una pillola dal retrogusto comunque amaro (l'inesorabile timer a cui dovremmo attenerci per completare i singoli livelli). Gli scenari cupi vengono sostenuti a meraviglia dalla colonna sonora: un'ipnotico hammond, adagiato su una ritmica da sabba nero delle anime accompagnerà i vostri errori evolvendosi nei livelli successivi in memorabili, malati riff in cui le chitarre divengono sempre più regine assolute della scena, compresse abilmente da Nick Pelling. Rob Lowe e Jason Page regalano chicche hard come l'arpeggiato della sinistra Madripoor (omaggio alle avventure di Wolverine nel periodo del secondo grande conflitto). Buoni anche i campioni usati per gli effetti sonori. Gli sfondi sono piuttosto vari benchè l'utilizzo della palette non sia proprio memorabile e al massimo troviamo un livello o poco più di parallasse; i cattivi della serie (un paio di loro molto grandi e non necessariamente piazzati banalmente alla fine di un livello) ci sono tutti, da Albert a  Sabretooth, da Lady Deathstrike a Shinobi Shaw fino a Bloodscream e Trevor Fitzroy. Un gioco discreto, forse un pò troppo hard-core per il dopolavoro mollaccione dell'utenza ludica media odierna. I più giovani gli preferiranno il recente, valido X-Men Origins: Wolverine.

"per circolare lei ha bisogno del porto d'armi da taglio"(Super Nes)
Versione Snes: strano ma vero Wolverine Adamantium Rage è un altro gioco su Snes, scenari diversi e una diversa intro che vede Logan ricevere una chiamata da un misterioso tizio che chiede di incontrarlo in  Canada per rivelargli informazioni sul suo passato: inutile dire che si rivelerà una trappola. Non esiste conto alla rovescia nè pseudo enigmi che costringono al backtracking come nella versione Genesis/Md (siete quindi liberi di aspettare che si ricarichi l'energia - un pò come capita negli FPS odierni, con  Gears of War in  testa). I livelli hanno come finalità la distruzione di un prestabilito numero di oppositori, con una difficoltà alleggerita e possibilità di appendersi ai soffitti tramite gli artigli. La capriola alla Metroid/Sonic qua è sparita, mentre il level design appare più lineare e meno ispirato. Inoltre, il tutto appare sin dall'inizio terribilmente parco di nemici, almeno sino ai boss, forse i momenti migliori del gioco. La grafica migliora sensibilmente l'impatto grazie alla generosissima palette del Super Nintendo, anche se trovo decisamente deludenti e sgranate le strisce iniziali e ai limiti del dilettantesco la schermata dei titoli, menù inclusi. Le cose peggiorano dal punto di vista musicale: prendete i demotape di un qualsiasi pessimo imitatore di Prince, frullate i samples e otterrete le scialbe cacofonie che compongono i brani in oggetto. Ci sono poche idee all'inizio di ogni pezzo e solitamente non vengono sviluppate: un brutto modo di sfruttare un chip potente come l'SPC700 (magari il sound engineer Shahid Ahmed pensava di entrare negli annali del pop: cose già viste insomma NdR). Peccato. GLOBALE Snes: 51%


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