Alterare la Bestia più di cosi'..... |
26 febbraio 2014
Il lupo perde il pelo ma non lo sfizio
18 febbraio 2014
Identificazione di una scocca a 8 bit
2 settimane prima del CES, il chip a 80 colonne era completamente andato.... |
Solleviamo il cofano del C128 e studiamo com'è stato concepito grazie alla retrospettiva del lead designer Bill Herd: solo 5 mesi per realizzare questa singolare macchina multiprocessore a 8 bit, (ma, ricordiamolo, non venne sfruttata che in pochi casi la possibilità di farli comunicare a basso livello) con doppia modalità grafica e TRE sistemi operativi con l'obbiettivo di presentarla al CES di Las Vegas dell'85.
15 febbraio 2014
L'uovo pre-pasquale di papaveri e papere
Ne dovrete fare di strada dal campo di rosolacci iniziale per liberare la vostra amica Lucy dalle grinfie del solito genio del male annoiato e sbloccare l'easter egg in oggetto: premete 15 volte il tasto start di entrambi i giocatori sulla schermata di congratulazioni per assistere ad un simpatico show delle caricature del team responsabile di questo pacioccoso arcade Sega, arrivato anche nelle nostre stanzette grazie ai discreti porting (buono su ST/Amiga, troppi gli sprites espansi su C64, finestra troppo piccola sull'Amstrad) relizzati per i formati casalinghi principali.
06 febbraio 2014
Il metateatro più low-tech che si può
Nell'attesa di emulare un browser qualsiasi all'interno di un altro (!!!) browser (prima o poi ci toccherà di far da cavie anche a simili, irragionevoli iniziative Ndr), gli infaticabili Pirandelliani dell'hw/sw vintage dovranno accontentarsi di rivivere 7 classiche versioni di sistemi operativi Microsoft & Apple all'interno di Internet Explorer, Chrome & compagnia bella. In alcuni casi purtroppo le limitazioni stringenti prevedono difficoltà nell'utilizzo del mouse o l'impossibilita di salvare qualsiasi cosa. Fra Windows 1.0 su IBM PC XT 5160 & OSX 10.2 ce n'è per tutti, e cosa non da poco, non dovrete prendervi la bega di installare ISO dentro macchine virtuali nè di configurare nulla. Alla faccia di VMWare o Virtual Box.
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04 febbraio 2014
Raduno minimalista Atariano sulla luna: le Recensioni di Altribit
OIDS (Mirrorsoft, 1987, x Atari ST, Macintosh)
Shiraz Shivji meditava un bel giorno sui principi d'inerzia applicati ai profitti dell'industria informatico-ludica. C'era una lenta ripresa del mercato casalingo dei videogiochi, stavolta su home computer e il suo beniamino, il C64, pur nell'acume del suo splendore (di fatto i giochi migliori furono quelli concepiti appositamente per la macchina), nonostante VICII, SID e la generosa dotazione di 64k RAM rivelava un suo limite architetturale nella velocità scarsina della CPU: elemento che veniva a galla quando si trattava di riprodurre lo "shock da coin-op" che comportavano le macchine arcade più recenti (benchè ancora a metà degli '80 reggesse bene il confronto), forti di anni di routines sempre più complesse, e di una tavolozza grafica che andava ben oltre 16 sfumature. La neonata macchina fu così equipaggiata di un processore Motorola 68000 (forza motrice a 16bit con antesignani registri a 32bit) al clock di ben 8Mhz e di una tavolozza capace di 512 colori, dando cosi' una percettibile spinta al "sogno concreto" di avere "la sala giochi a casa propria", brama che il videoplayer medio teneva sepolta in giardino, scettico per la rapida dipartita di Colecovision e una pigra affermazione del NES.
I cavalieri della tavola rotonda, fra violenza e profondo senso della famiglia |
Shiraz Shivji meditava un bel giorno sui principi d'inerzia applicati ai profitti dell'industria informatico-ludica. C'era una lenta ripresa del mercato casalingo dei videogiochi, stavolta su home computer e il suo beniamino, il C64, pur nell'acume del suo splendore (di fatto i giochi migliori furono quelli concepiti appositamente per la macchina), nonostante VICII, SID e la generosa dotazione di 64k RAM rivelava un suo limite architetturale nella velocità scarsina della CPU: elemento che veniva a galla quando si trattava di riprodurre lo "shock da coin-op" che comportavano le macchine arcade più recenti (benchè ancora a metà degli '80 reggesse bene il confronto), forti di anni di routines sempre più complesse, e di una tavolozza grafica che andava ben oltre 16 sfumature. La neonata macchina fu così equipaggiata di un processore Motorola 68000 (forza motrice a 16bit con antesignani registri a 32bit) al clock di ben 8Mhz e di una tavolozza capace di 512 colori, dando cosi' una percettibile spinta al "sogno concreto" di avere "la sala giochi a casa propria", brama che il videoplayer medio teneva sepolta in giardino, scettico per la rapida dipartita di Colecovision e una pigra affermazione del NES.
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