Fuggire non serve: scordatevi la pasta in bianco per oggi! |
primo livello: scenario insanguin..emh sporco di pomodoro |
Sull'onda dell'omonimo film di serie B anni '50 una THQ appena agli esordi rilasciò questo titolo contando sul culto e la rivalutazione del cinema trash che cominciò proprio in quegli anni. Nella lunga sequenza animata iniziale ci viene introdotta la trama con blandi giochi di parole in tutte le salse (scusatemi) attorno agli onnipresenti pomodori e incontriamo i cinque boss che affronteremo nei vari livelli. Il solito scienziato pazzo (stavolta direi più pazzo del solito), ha creato un pomodoro-missile chiamato "Il pomodoro del giorno del giudizio" puntato dritto sulla città di San Zucchini e incaricato il perfido Zoltan coi suoi cinque tirapiedi di fermare l'unica persona in grado di contrastarlo. La struttura di gioco è classica, a scrolling orizzontale con bonus, buche, e altre superfici che metteranno a dura prova il nostro equilibrio e sopravvivenza. I nemici, Mario insegna, vanno uccisi saltando sulla loro testa (e i pomodori tenderanno a dividersi in altri più piccoli ma ancora pericolosi). Già al secondo livello le cose si complicano e ci troveremo dinanzi dei bivi con seccanti vie senza uscita. Sarà necessario fermare i perfidi solanacei prima di finire tutti nel sugo fino al collo. Andiamo a pagina due per sapere se vale la pena di rifare il bucato:
La presentazione: il piatto più succoso del gioco! |
Certe volte mi chiedo cosa si aspettino di guadagnare da un genere tanto abusato come quello platform su NES e con una pietra di paragone monolitica come la saga del baffuto idraulico, se poi uno considera che "Attack of the killer tomatoes" non passerà certo alla storia i miei dubbi non possono fare altro che rafforzarsi. L'impressione generale è che finita l'eccellente presentazione sia terminato con essa ogni impegno degli sviluppatori nel gioco, c'è tanta attenzione per dettagli leziosi e ininfluenti (se non si trova sotto un lampione il giocatore appare più scuro, per dirne una) al fine della giocabilità quanta malcuranza per l'azione in sè, non è mai chiaro come comportarsi coi boss (se saltate sul primo questi subisce il colpo ma non morirà, vi lascerà solo strada libera, mentre se provate la stessa cosa col secondo vi aspetta morte certa e instantanea) o quando vi si presenti un bivio. Insomma, è trito e ritrito fino a suscitare in voi un misto di noia e frustrazione, nemmeno i bonus potranno gratificarvi: in svariate partite non ho visto altro che punti extra e qualche tacca in più sulla barra d'energia. Se vi è piaciuto il film e volete provarlo ad ogni costo, fate pure, ma non dite che non vi avevo avvertito, quanto a me affitterei piuttosto il DVD. Globale (Lanch): 43%
Trivia Box
La copertina dell'edizione per cinefili... |
"Attack of the killer tomatoes" si basa su un film cult dell'horror trash di Serie B uscito nel 1978 per la regia di John Di Bello, scritto da John Di Bello e Costa Dillon, co-sceneggiato, prodotto e interpretato da Stephen Peace.
"Attack of the killer tomatoes" ha anche dato vita ad un omonimo cartone animato andato in onda per breve tempo su Fox Kids (da cui questo gioco).
La cornice che circonda il pomodoro assassino gigante della schermata iniziale è quella che si trova sull'etichetta dei barattoli di passata di pomodoro.
Il film ha generato quattro seguiti:
Happy Hour (1987) anche conosciuto come Sour Grapes
Return of the Killer Tomatoes! (1988)
Killer Tomatoes Strike Back! (1990)
Killer Tomatoes Eat France! (1991)
Nessun commento:
Posta un commento