BOLD (A game by Laurent Kelmer, 2004, x Atari ST)
L'inizio dell'avventura, zaino in spalla |
Il bestiario di fine livello allunga il collo per la colazione |
l'elegante sprite principale (controllabile via mouse) diventa ingovernabile (anche se si tratta di un titolo basilare sul fronte dei controlli, leggasi "quattro direzioni più tasto di fuoco") già con pochi elementi sullo schermo. Impossibile regolare verso il basso la risposta del topo, oltre ad usare tastiera/joystick. Gli avversari sin dalle prime battute sono rapidissimi, mentre gli scenari non presentano passaggi particolarmente angusti, anzi sono piatti da far paura! L'azione si snoda su 5 livelli a scorrimento orizzontale (un po' pochini, per la verità) al termine dei quali c'è il solito guardiano ben piazzato e armato a sbarrarvi la strada. Superata la musica iniziale (campionata peggio del solito) sullo sfondo di una schermata francamente bruttina le coordinate di riferimento non sono un mistero: una volta ragguagliati che avete la possibilità di mutare il vostro aspetto da astronave a mech (e viceversa) e di acquistare e/o vendere armi (alcune delle quali hanno un suono orribile anche se campionato) al termine di ogni stage, vi sfido a non sentire sibilare per la stanza i nomi di Side Arms e di Xenon 2! Se vi sembra un paragone troppo azzardato, date un'occhiata alle foto: al di là della menzionata trasformazione ci sono gli sprites del primo stage incredibilmente simili al titolo Capcom (tutt'altro che esaltante, imho) ma disegnati (o travestiti) come li avrebbero fatti i Bitmap Bros, nonchè l'intermezzo del negozio che è caduto palesemente nello stampino di Xenon 2 (con tanto di versacci dell'alieno). Gli altri livelli sono abbastanza banali, con boss di fine livello dozzinali.. Dalle ceneri del sempre più trascurato Atari Legend (peccato perchè rimane uno dei siti di riferimento) abbiamo ripescato un intervista a LK, in cui le ispirazioni di Bold non sono un mistero (evviva la sincerità). In definitiva uno sparatutto grasso e melmoso, un po' come il nostro caporedattore.
Nessun commento:
Posta un commento