05 settembre 2011

Le recensioni di Altri bit: Actraiser (Enix/Quintet 1991, SNES)


Il nostro puttino alato al suo primo giorno di lavoro
Act Raiser vi cala nei panni di una divinità che deve riconquistare il suo popolo, sterminato dai demoni e ormai privo di fiducia in voi. Dalla vostra reggia costruita su di una nuvola potrete spostarvi ed intervenire là dove occorra, una per una ogni terra andrà prima liberata dai demoni che ne infestano la superficie (in modalità arcade) e poi sarà necessario risolvere dei problemi che richiederanno un buon uso della materia grigia e un po' di fantasia nell'approccio agli enigmi. Con l'aumentare della vostra potenza avrete a disposizione nuovi poteri e le popolazioni locali progredendo svilupperanno tecnologie "esportabili" laddove ce ne fosse più bisogno. Non mancheranno i colpi di scena puntualmente annunciati dal solerte putto sempre presente al vostro fianco sino al gran finale.


Sarà il caso di guardarsi le spalle?
Act Raiser non è semplicemente un cross-over tra "Popolous" e "Rastan", è molto, molto di più. Titoli come questo rendono degna giustizia alla fama dei game designer nipponici: il bilanciamento tra la sezione arcade e quella gestionale è "divino", entrambe sarebbero potute essere state vendute come giochi a parte e comunque battere a mani legate la concorrenza, il gioco in ogni sua parte calza come un guanto a qualsiasi tipo di giocatore, dal pivellino al veterano. Le foto della recensione la dicono lunga sulla qualità grafica ma non possono trasmetterne la piena giocabilità, non vi troverete mai a mollare il joypad per la frustrazione e la noia, ma piuttosto preparatevi a giocarlo tutto d'un fiato sino alla fine. Lodevole il sobrio utilizzo del Mode7 (che purtroppo in altre cartucce è stato spesso abusato per nascondere una malcelata carenza di idee...) e fantastica la OST firmata da Yuzo Koshiro (orchestrale oltre i limiti dei 64k del Snes grazie al driver di Masaya Hashimoto). E' uscito anche un seguito sulla stessa piattaforma, ma al di là del miglioramento estetico (ma non sul piano musicale, decisamente meno ispirato) segnaliamo un taglio netto alla parte gestionale in favore di quella hack'n slash e una difficoltà eccessiva. Il vero Actraiser resta il primo episodio.



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