10 ottobre 2014

Cinquant'anni d'arte digitale

Nei primi anni Sessanta alcuni artisti ebbero finalmente accesso a dei computer, macchine dal valore dell'epoca fra le centinaia di migliaia e i milioni di dollari, concettualmente diversissime da quelle attuali, come ben sanno gli appassionati di retrocomputing. Immaginiamo il disagio di passare dalla classica tela bianca e tavolozza di tempere ad olio alle schede perforate, all'inizio senza uno neanche un monitor di riferimento, aspettando con pazienza di poter esaminare l'esito su un lentissimo quanto rumoroso plotter meccanico.

Lo slovacco Translab offre una panoramica di questa storia artistica, dai primi esperimenti di  Ben F Laposky nel 1952 alla fase più matura di Longson nel 1978:





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