12 dicembre 2011

Le recensioni di Altribit: sgranchire le meningi fra Russia e Nipponia

SPIN PAIR (Media Rings 1990, x PC Engine)

Le modalità di gioco sono ben quattro...
All'inizio fu Tetris, e da allora il mondo dei puzzle games non fu piu' lo stesso, sembrò che l'unico modo di concepire un puzzle game fosse di far cadere pezzi dall'alto e lasciare al giocatore l'ingrato compito di disporli secondo una sequenza piu' o meno logica, così nacquero i vari Columns, Puyo Puyo e via di quello stampo. Il Pc-Engine non è restato a guardare aggiungendo alla propria fornitissima softteca il ben più noto Hatris e questo Spin Pair. Come forse avete notato dalle schermate i pezzi scendono a coppia (in perfetto stile Puyo Puyo) sotto forma di sagome nelle quali si presenta un vuoto in uno dei quattro lati e sarà necessario colmarlo facendolo combaciare con un analogo pezzo sottostante: uno dei due pulsanti lo ruota di novanta gradi spostando il lato vuoto alla bisogna, l'altro scambia di posizione la coppia di elementi in caduta libera...se il ricongiungimento sarà andato a buon fine vedrete l'oggetto ricomporsi nella sua vera natura prima di sparire e lasciare spazio ai nuovi in arrivo trascinando via con sè tutti quelli dello stesso tipo presenti su quella riga. Il gioco offre le consuete quattro modalità di gioco di questo genere ovvero: solitario, con trama, sfida contro il computer e contro un avversario umano, nonchè permette la selezione di musiche di sottofondo e livello di difficoltà. Largo al commentino del buon Lanch:

Nel "vivo" dell'azione, oserei dire

Che ci fa Zelda sul PC Engine? gioca a Tetris..
(Lanch): Spin Pair appartiene ad un genere a dir poco inflazionato,  come formula è ben collaudata e si sa che richieda pochi sforzi in fase di realizzazione (ecco perchè per anni generazioni di aspiranti sviluppatori hanno tutti programmato un clone di Tetris come loro prima fatica). Resta da chiedersi cosa faccia per farsi notare tra la turba silente dei suoi consimili, la sua peculiarità risiede nel sistema di gioco descritto nella recensione, vi costringe a ragionare e pure molto in fretta quando la velocità dell'azione si fa sostenuta, scordatevi di premere tasti a caso ed essere comunque assistiti dalla buona sorte come succedeva in Columns che, non me ne vogliano i suoi cultori, ad un certo punto finiva per giocarsi letteralmente da solo. Il mio rimprovero va però alla poca cura per gli "extra", mancano tutti quei dettagli  e intermezzi che hanno fatto la fortuna di Puyo Puyo...certo gli innumerevoli set di oggetti sono smaccatamente nipponici e le musichette tonde senza dubbio accattivanti ma vedete coi vostri occhi che la maggior parte del tempo avrete davanti solo figure monocromatiche su sfondo rigorosamente nero e i passaggi tra un livello e l'altro saranno rappresentati da un volo a cavallo di scopa del protagonista da un angolo all'altro della mappa. Tutto qui, vale la pena di dargli un'occhiata ma se non scatta il feeling a primo impatto lasciate perdere.
GLOBALE: 65%

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