31 luglio 2011

Raid di Antiriad a Ryad di un Tal dei tali


il bozzetto originale di Dan Malone
Scrivere un commento di The Sacred Armour of Antiriad (nella sua incarnazione originale su c64 NdR), a distanza di tanti anni, è come arrivare in cima ad una montagna e guardarsi indietro ad osservare i propri passi: vedi il sentiero che hai percorso ma questo è così lontano che lo distingui appena.
I ricordi tradiscono la realtà e vedere che al giorno d'oggi si possa finirlo in poco meno di 10 minuti fa male.
Rammento ancora la difficoltà che accompagnava l'incedere di Tal durante il suo peregrinare alla ricerca dell'armatura che ci avrebbe permesso di sconfiggere i nemici che minacciavano la terra e ne avevano messo in schiavitù gli abitanti...compito reso ancora più semplice, agli alieni, in quanto il pianeta era ritornato ad una vita agreste dopo che i suoi abitanti si erano allegramente (quasi) sterminati da soli in seguito ad una guerra nucleare. L'unica speranza di Tal era ritrovare una delle armature che erano state utilizzate proprio per perpetrare il sanguinoso conflitto che aveva riportato l'umanità ad una convivenza pacifica dei pochi sopravvissuti.
All'inizio del gioco la nostra unica arma erano delle pietre che venivano lanciate per colpire i nemici.
Ovviamente la difficoltà stava proprio nel calcolare per bene la parabola che queste effettuavano prima di centrare gli avversari e non era cosa da poco, per i tempi. Bisognava districarsi tra pericoli di ogni genere rappresentati non solo dai nemici ma anche dalle radiazioni che aumentavano di intensità via, via che ci si avvicinava al nostro obbiettivo: penetrare nel vulcano da dove gli alieni invasori erano apparsi e distruggerne la sala di comando. Trovare l'armatura non solo avrebbe difeso Tal dalle radiazioni ma gli avrebbe permesso anche di non subire più danni diretti. I problemi, ovviamente, non sarebbero finiti perché, l'armatura non solo non era del tutto funzionante ma il suo uso ne scaricava drasticamente l'energia che costringeva il nostro eroe a cercare apposite celle di energia che ne reintegravano la carica. Inoltre, la tuta avrebbe potuto usufruire, una volta trovati, di altri gadget che gli avrebbero permesso di volare ed anche di sparare (finalmente in direzione orizzontale). Mi ricordo, ancora, quanto tempo ho perso prima di trovare il preziosissimo pulsar beam, cose d'altri tempi, senza dubbio...
La grafica era spettacolare ed anche la musica: rimanevo parecchio tempo ad ascoltarla nella schermata principale, prima di iniziare a giocare. Devo dire che nonostante gli effetti sonori fossero anch'essi all'altezza delle produzioni dell'epoca, mi sarebbe piaciuto molto poter giocare con la musica in sottofondo.
Per non parlare del fumetto allegato al gioco che credo di aver consumato a forza di sfogliarlo.
Un ottimo titolo, insomma che ricordo con grande affetto e di cui aspetto un seguito ormai da troppo tempo...
(commento a cura di Parside - thanks!)                                               

Nessun commento: